mercoledì 15 settembre 2010

Il sorriso


Le cose che mi hanno fatto digrignare i denti, che mi facevano implodere e...Sostanzialmente mi facevano sentire scemo...Adesso...Beh...Mi fanno sorridere!
Sono andato talmente avanti, ho scoperto talmente tante cose su di me e talmente tante cose sul mondo e sulle persone che alcune cose di cui non capivo (o meglio non accettavo) il senso hanno un altro significato per me. Tutto dipende da come categorizziamo ciò che si percepisce. Cito il grande Bruner (psicologo americano) a questo proposito:
"Tutta la percezione è necessariamente il prodotto finale di un processo di categorizzazione."
Vi tornano i conti?



Per fare un esempio potrei citare i segnali stradali. I segnali stradali dovrebbero essere obiettivamente, socialmente e culturalmente accettati, giusto? Non penso proprio sia così: un semaforo rosso ci fa piacere quando vogliamo accenderci una sigaretta oppure vogliamo rispondere ad un messaggio, meno piacere quando abbiamo fretta ed il vecchietto davanti non parte...
Stop, fermo! E' il significato universale, ma il significato dipende anche dallo stato d'animo di chi guida.
Detto questo, ora rido di fronte ad alcuni "cartelli stradali della vita". E' bellissimo reinterpretare dei segnali, prima potenzialmente stressanti, con un altro atteggiamento completamente diverso. Sorrido.

Come non citare poi un'altra cosa imparata (più che altro "capita" nel vero senso della parola) di questi tempi: "Alcune persone sono dementi, siccome non puoi ragionare con la testa di un demente, non dargli peso". Alcune persone discutono, accusano, puntano il dito ma...I loro ragionamenti stanno fuori dalla realtà e anzi a volte accusano gli altri dei propri difetti! Si chiamano quest'ultime "Identificazioni Proiettive".
Questo "meccanismo di difesa dell'Io" è straordinario, prendiamo un esempio: una persona A incolpa la persona B di essere riprovevole (o matta). Ovviamente la persona A ha il sentore di essere matta perchè (un minimo) sa di esserlo, tuttavia questo suo aspetto le fa paura. Cosa possiamo fare quando un nostro aspetto ci fa paura? Possiamo proiettarlo sugli altri! Quindi A si convince che B è matta e comincia a ripeterglielo di continuo, nonostante B non dimostri (o dimostri pochissimo) di esserlo. Cosa succederà in seguito? Indovinate...
B comincerà a comportarsi da matta. Beh a forza di sentirsi accusata di una cosa che non è, si romperà pure le palle, no?
A quindi sarà felice di sparare la gloriosa frase "Ecco! Visto? Sei matta! Avevo ragione!". La sua paranoica e schizoide interpretazione della realtà si sarà rivelata reale...
Chissà quante persone leggendo questo penseranno "Ah cacchio! Eccoooo!".
Spero che questa lezioncina andrà a potenziare l'intuito di qualche lettore.

Intuite ed imparate sempre!
Ciao a tutti Ψ

martedì 27 luglio 2010

Oltre


...E finalmente riesco di nuovo. Riesco ancora e meglio a fare ciò che mi ha sempre esaltato fare. Ciò che mi ha fatto sentire veramente vivo. Ciò che è ignoto, misterioso, immerso nella nebbia...Guardare oltre.
Ora tutto gira meglio.

domenica 13 giugno 2010

Crisi

Non dico niente, nonostante avrei molto da dire. O urlare. Probabile eccesso di lucidità.
Questo è il tipico blog che potrebbe essere etichettato con un "gran 'sti cazzi". Se lo pensate, fottetevi. In ogni caso, sempre e comunque.
La canzone può parlare per me e rendere più armonioso il mio pensiero.
Ciao

mercoledì 9 giugno 2010

Caro futuro


Caro futuro,
amico mio, ti scrivo perchè ti sto pensando parecchio di questi tempi. Come starai?
Ho pensato per ore ed ore e giorni e giorni a quello che mi farai conoscere, provare, imparare. A volte volevo arrivassi in fretta, altre volte avrei preferito non vederti più.
In passato sei riuscito a lasciarmi a bocca aperta per lo stupore. Ho avuto, meritato, vissuto cose e persone straordinarie. Ma adesso sei avvolto da un alone di ignoto ed una punta di malinconia.
Quando accadono fatti che cambiano la tua vita, nel bene e nel male, devi adeguarti.
Cambiare pelle, irrobustirla o intenerirla. In ogni caso bisogna saltare alcuni ostacoli e bisogna avere la forza per poterlo fare.
Adesso, in questo momento, ti vedo come un sole acciecante, bello, bellissimo, ma puoi fare male. Puoi dare alla testa. Quindi a volte è meglio se mi riparo all'ombra del presente e ammazzo qualche secondo, ora, senza pensare a niente. E' meglio così.
Non mi guardo più tanto allo specchio, sai? Evito di farlo a volte perchè vedo te nel mio viso. Vedo un ragazzo. Quel ragazzo del passato che avrebbe voluto essere come me nel presente. Si, ho il timore di essere quello sono. Il timore di risplendere.
Non è una questione di vanto, o di mancanza di autostima. E' solo che per me gli ultimi mesi è come se quasi non fossero esistiti. Ricordo poco e niente, 3 mesi sembrano una lunga giornata di merda. Quindi vedere quella faccia, beh mi fa strano. Mi fa strano non pensare a quanto faccio schifo quando mi guardo.
Forse anche questo me l'hai donato tu. Il riuscire a camminare nuovamente con la schiena dritta. Il, quasi, ritrovato coraggio di spaccare e rivoltare tutto o costruire e mantenere nuovi mondi e situazioni.
E' la piccola scintilla che brilla ogni tanto che mi permette di vedere più in là del mio buio.
L'estate sta arrivando, svariati fatti mi hanno costretto, anzi no, non voglio essere negativo, mi hanno dato la possibilità di pensare a lei in un'altra maniera.
Cambio programma, all'ultimo momento, come quando si compra la guida tv e si aspetta un film per un determinato giorno, per scoprire poi che il palinsesto è stato cambiato. Forse sarà meglio. Alcune cose straordinarie nella mia vita sono arrivate in momenti inaspettati. Magari il nuovo film sarà più interessante di quello che era in programma.
Ora ti saluto caro. Farò qualcosa. Qualcosa che catturi la mia attenzione qui e adesso, e che ti permetta di lavorare sereno.
Ti voglio bene nuovamente,
un abbraccio,
Lorenzo

venerdì 4 giugno 2010

Una canzone per me


Niente. Non posso sentirmi giù. Non posso finire le forze. Non posso aver bisogno di un aiuto. Non posso aver finito le forze. Non posso essermi scaricato.
Sono sempre stato pronto a dare una mano. Lì, a tirare fuori le parole e ad arginare le lacrime degli altri. Lì ad ascoltare i discorsi che non interessavano a nessun altro se non a me, per dare un mano. Un aiuto sincero e sentito.
Non ho mai giudicato, non ho mai preso in giro, non ho mai insultato. In silenzio ho ascoltato, chiamato per evitare che qualcuno si sentisse solo. Pensato, quand'ero tra me e me, a nuovi modi per risolvere qualche problema di qualche persona cara.

Adesso ho poca forza. Molta poca. Odio lamentarmi ma ho imparato anche ad odiare il dimostrare ciò che non si è o non si ha.
Ho cominciato un percorso per aiutare me stesso. Il percorso per alcune persone è una vera cazzata. "Non ne hai bisogno", "Non è che poi diventa un vizio?", "Non è che fai le cose che ti dice?", e via dicendo.
Evidentemente ho sbagliato. Ho sbagliato ad essere me stesso. Ho sbagliato a mostrare la mia forza. Ho sbagliato ad aiutare a risollevare gli altri, senza rinfacciare niente e senza prendermi i meriti.
Adesso sono solo, mi piacerebbe un supporto esterno. Un qualcuno che mi aiuti a camminare ancora.
E' come se avessi una gamba rotta e non avessi la forza di camminare con le stampelle a volte. Eppure mi si chiede, e a volte mi chiedo, di correre.
Non ce la faccio, ancora no.
Forse questo è uno dei periodi più brutti della mia vita, lo sto vivendo con poco supporto, molto poco.
Io non mi sarei mai lasciato da solo, eppure a volte lo faccio anch'io.
Ora che ci penso, mi piacerebbe "sdoppiarmi" ed uscire con me stesso. Magari mi potrei supportare un minimo. Magari avrei tempo, avrei voglia, non avrei un cattivo giudizio o un rimprovero. Magari avrei un'altra persona che semplicemente si interessa a me e che...Questo mi pesa dirlo...Dimostri una sorta di "amore", inteso come calore umano.
Mi voglio dedicare una canzone.
Con questo voglio dire:
"Lorenzo, io ci tengo a te. Tieni duro io sarò al tuo fianco"
Il mio gruppo preferito, i Dream Theater, canzone stupenda. Adesso, ha un altro sapore.

domenica 30 maggio 2010

Romanticismo



Oggi è stata una giornata molto particolare. La definirei "romantica". Mi sono sentito come dentro un sogno, tutto era così irreale. Non è successo niente di particolare, ma il mio umore era serinissimo ed i miei pensieri hanno volato, come non facevano da tempo.

Ho studiato, psicologia giuridica, argomento tanto interessante quanto pesante e ampio. In un capitolo si parlava di "case famiglia", argomento che mi ha fatto molto pensare. Sicuramente un argomento pesante, non tanto per lo studio quanto per i significati emozionali e affettivi che ha per me. Mi sono bloccato nella lettura ed ho immaginato una casa famiglia. Le stanze, le persone presenti, i discorsi, tutto. Tutt'in un istante mi sono immaginato un bambino che veniva verso di me e mi abbracciava. Questo pensiero mi ha fatto realizzare di quanto bene e attenzioni abbiano bisogno i bambini, le persone in generale.
Loro, i bambini, i ragazzi, stanno lì tutti insieme. Senza i loro genitori. In compagnia, ma forse soli. Nutriti d'amore e attenzioni, si, ma probabilmente con un immenso vuoto dentro.
Ho pensato a come sarebbe lavorare in una struttura del genere. Non farebbe per me. Mi affezionerei troppo. Ancora ho in mente quel bambino che ho immaginato e ancora sono scosso dal pensiero. Nutro senz'altro stima per le persone che ogni giorno si impegnano in situazioni di questo tipo. Davvero.

Il mio studio è proceduto...bene, diciamo...Un po' di distrazioni, ma diciamo...ehm...si ho studiato...

Mi distraevo continuamente guardando fuori dalla finestra. Il cielo oggi era qualcosa di straordinario, bellissimo, blu, infinito. Sorridevo e rimanevo imbambolato ogni qual volta davo un occhiata all'esterno. E...Via! I pensieri d'amore correvano e dipingevano immagini dentro me che provocavano il cuore...E lui correva, batteva sempre più forte. Il mio cuore penso sia una persona molto permalosa...Reagisce sempre all'istante, in un battito d'ali.
Che dire poi delle farfalline nello stomaco? Belle sensazioni. Peccato averle quando si dovrebbe studiare...

Dopo lo studio, una red bull ed un caffè, finalmente ho tirato fuori il mio amore. La mia chitarra. Ho collegato il cavo e "Plug in baby" dei Muse è partita praticamente in automatico. Particolarmente fomentato, ho suonato per circa mezz'ora, sempre con un sorriso stampato in faccia e con un po' di headbanging che non fa mai male.

Messa da parte la mia chitarra, causa parenti suonanti al citofono e relativo caffè in compagnia, il mio amichetto preferito mi chiama con tono frettoloso e mi dice di prepararmi in 5 minuti per uscire. Accetto la sfida e in 10 minuti sono pronto. Usciamo, passiamo a prendere il restante componente del nostro trio e via, tutti al centro commerciale. Discorsi, risate, commenti, fatti, battute. Il tempo è volato. Si è arrivati ai saluti. Un bellissimo pomeriggio in loro compagnia.

La costante di questa giornata è stata una canzone. Canzone che non ho sentito da nessuna parte oggi. Mi è cominciata a suonare in testa al risveglio.
Ogni volta che la ho sentita oggi, in testa o in uscita dalle casse, mi ha fatto pensare all'amore. Il sentimento. Un pensiero che, come pochi altri, mi fa stare bene e mi fa apprezzare tutto ciò che ho intorno e tutto ciò che sono.
Ecco la canzone, spero vi trasmetta almeno 1/100 di quello che ha trasmesso a me. Vi farà bene:)





P.S. So che il testo parla della fine di una storia, fa niente. E' l'atmosfera che è presente nella musica e nella melodia che mi suscita quelle emozioni. Parole se ne dicono tante...

mercoledì 26 maggio 2010

Nero



Tratto da wikipedia:

Il nero è un colore. Il termine presenta alcune sottili differenze nel significato.

Il nero può essere definito come l'impressione visiva che viene sperimentata quando nessuna luce visibile raggiunge l'occhio. (Questo in contrasto con il bianco, che combina tutti i colori della luce che stimolano in maniera uguale i tre tipi di recettori sensibili ai colori.)

I pigmenti che assorbono la luce piuttosto che rifletterla, danno luogo al "nero". Un pigmento nero, tuttavia, risulta da una combinazione di diversi pigmenti che insieme assorbono tutta la luce, di ogni colore. Se vengono impiegate le proporzioni corrette dei tre pigmenti primari, il risultato riflette così poca luce da risultare nero.

Questo porta a due descrizioni apparentemente opposte ma complementari del nero. Il nero è la mancanza di tutti i colori che formano la luce, oppure una combinazione di più colori di pigmenti. Vedere anche colori primari e pigmenti primari.



Morale della favola:
Non si può risplendere se non si riceve energia. E' ora di ricevere.

domenica 23 maggio 2010

x+y= Stand-By


Mi capita di rimanere in silenzio, a volte. I miei amici parlano, ridono. Io ascolto, e rimango inespressivo. Potrei parlare, partecipare. Rimango distratto. Ovviamente non capita sempre, altrimenti sarei una rottura di palle...
Sono dei momenti. E' come se rimanessi connesso al presente solo attraverso i loro discorsi, le loro parole, la loro immagine. Tuttavia non sono presente. Non sono nel passato. Sono nel probabile, sono dentro un'ipotesi. L'ipotesi sul momento successivo, sul "forse".
Quando sono solo, mi succede ugualmente. Poi, riesco a svegliarmi, e torno a sentire il mio respiro. E' come se per gli altri andassi in stand-by, cosa che "una persona in particolare" mi ha detto più volte...
Anche se "dormo" il tempo passa ugualmente e i secondi del mio orologio continuano a rincorrere il nuovo numero nei giorni che vorrei bruciare dal calendario. Giornate che mi fanno invecchiare, divertire, conoscere, avere, essere, esistere.
Mi sono capitate cose che in altri tempi sarebbero state considerate oro, ma il peso che hanno adesso è momentaneo. Come se fossero preziosissimo gas che si dissolve immediatamente nell'aria. Dopo ogni dissoluzione ho continua voglia di vedere ancora le sue trasparenze. La sua dissoluzione mi fa anche venire voglia di uscire, venire fuori, camminare, vedere il nuovo giorno. Scrivere, ricordare, eliminare il filtro che non mi permette di "inquinarmi" completamente di gioia.
Cosa succederà domani? Ho dei punti guida che mi aiuteranno a passare attraverso le ore. Mi piacerebbe vedere, durante il mio viaggio sulla strada del giorno, qualcosa che attiri la mia attenzione al lato. Qualcosa che mi faccia scendere dalla macchina e che mi permetta di fare benzina.
Fermarmi e vivere il momento invece di pensare all'arrivo.
Evitare di sentirmi un numero che viene riportato di ora in ora, dentro un calcolo chiamato realtà in cui tutte le persone presenti sono: frazioni, sottrazioni, addizioni e divisioni.
La matematica (o realtà, o ragione) non è un'opinione. Per questa motivo per comunicare si usano le parole ed i numeri.
Il significato che si portano dietro è un'incognita che può scatenare infinite operazioni.
Eccomi di nuovo nuotare dentro l'incognita.

venerdì 21 maggio 2010

My friend




Allora amico mio la notizia che tanto aspettavi è arrivata eh? Il lavoro che sognavi è tuo. Quante volte ne abbiamo parlato, quante volte ti ho visto starci male, quante volte ti avrei preso a calci in culo perchè non riuscivi a vedere in te stesso quello che vedevo io, un grande.
Ti potrà sembrare strano da parte mia ma, a volte, ho "pregato l'anima del mondo" (come abbiamo detto quella volta) perchè tu potessi ottenere quello che tanto desideravi. Mentre mi facevo le mie passeggiate, da solo, pensavo anche a questo.
Sei sempre stato un più che ottimo amico. Ci sei sempre stato per me. Anche io, nonostante possa sembrare un po' freddo, nel periodo in cui stavi male, ti chiamavo di continuo per farti uscire e a mio modo aiutarti un po'.
In questi tempi...Quante volte ti ho chiamato per prendere quel caffè? O quei messaggi stupidi che ti ho mandato? E tu? Mi hai fatto compagnia, mi hai spronato, mi hai ascoltato, facendomi tornare a casa con un sorriso e con la voglia di andare avanti perchè non ero e non sono solo.
I concerti, le bevute, le passeggiate, le discussioni, i silenzi, i consigli, gli amori, l'università, le famiglie, quante ne abbiamo passato insieme! Quanto siamo cambiati in questi anni, quanto ci siamo migliorati a vicenda e quanto ci siamo sostenuti. La distanza non cambierà niente, anzi, sicuramente ci arricchirà di nuove esperienze, nuovi racconti, nuove persone, nuove situazioni. Ti verrò a trovare, contaci. Se ti sentirai giù o se sarai felice come non mai sai che potrai contare su di me. Spero di darti solo belle notizie da qui. Quello che ti posso assicurare è che continuerò nel mio percorso e continuerò ad illuminare le mie zone buie. Alcune delle quali tu ed il nostro amico avete illuminato con le vostre battute ed il vostro volermi bene.
Non sono mai stato di molte parole, magari ragionamenti si, ma parole in altri sensi no. A volte, quando magari eri giù, ti guardavo e cercavo di trasmetterti telepaticamente un po' di buon umore...Invece poi parlavo e i silenzi, a volte, si trasformavano in risate. Ma adesso qualcosa la sto già cambiando, la sto tirando fuori, infatti scrivo questo post per comunicare al mondo quanto tengo a te.
MA questo non è un messaggio di addio, tantomeno vuole esprimere tristezza. Quello che voglio esprimere è felicità. Sono felice per te. Ti immaginerò al lavoro il primo giorno, con quel sorriso che, forse, in passato non hai mai avuto in una situazione del genere. Se ti sentirai impaurito o fuori luogo ricordati chi sei, questo ti basterà.
Basta parole. Quando ci rivedremo non ne avremo bisogno. L'allegria e lo stare bene urleranno.
Ti voglio bene, amico mio.

martedì 18 maggio 2010

Freedom of speech




Le dighe che impediscono ai pensieri di fluire, di sfogarsi nel mare aperto. L'acqua che continua a scorrere nonostante tutto e cerca di scalfire la pietra che con la sua durezza vuole bloccare il corso degli eventi.
Nelle colline i soldati pensanti muoiono sotto il sole della vita. Sentimenti vengono stuprati sotto lo sguardo curioso e impassibile di passanti voyeuristi. Il carro armato avanzerà nonostante i cadaveri e la cattiveria vorrà monetizzare sopra le vittime della propria incoscenza.
Difendere la propria patria personale e morire per una guerra che farà crescere l'anestetizzazione alla violenza. Chi sopravviverà, i cittadini, diventeranno più freddi o più ignoranti.
Il capo di tutto, il manovratore, il Dio del mondo interno starà a guardare. Lui può decidere, può cambiare tutto...Volendo.
Lo strano mondo che ti sei creato, la realtà dove il tuo cuore batte continuerà ad esistere.
Il sorriso è il giorno, il pensiero è la notte.
Il saluto che il cuore darà deciderà se buio o luce. Il giudizio del cervello deciderà se tempo bello o brutto.
La guerra della pace dei sensi.

domenica 16 maggio 2010

The resistance/stop/change/revolution



Continue promesse, bugie. Strade che si interrompono con posti di blocco dettati dalla umana ipocrisia e dall'umano raziocinio. Non si può arrivare da nessuna parte così.
Avere una corda legata al cervello che rischia di impiccare la speranza ad ogni minimo movimento non è vivere.
Non si può mascherare una bomba atomica, non si può sorridere di fronte alla morte.
Rivoluzione o morte, non è uno stato giuridico ma uno stato d'animo.
Spererò, lotterò fino a che ci sarà energia. Finita questa. Finito tutto. Ciao.

martedì 11 maggio 2010

Evoluzione




A volte, mi son sentito sospeso nell'aria come se il mondo continuasse a girare sotto di me e io rimanessi sempre nello stesso punto.

lunedì 10 maggio 2010

Vendetta




La cosa più stupida che si può fare, a volte, è nascondere i propri sentimenti. Soprattutto a se stessi. Le ragioni possono essere tante, ma i sentimenti non fanno parte della ragione. Qualcosa si muove dentro di noi, scalcia, e noi razionalizziamo e cerchiamo di trovare il "bottone razionale" di spegnimento.
Non è giusto. Bisogna manifestare i propri sentimenti. Almeno a noi stessi. Dobbiamo? Vogliamo accettarli. Fanno parte di noi. Nuotano dentro di noi ma sono invisibili. Possono uscire, certo, ma spetta a noi.
In questo periodo non provo più la rabbia che provavo prima. Come ho fatto? La ho accettata. Ho accettato il fatto di potermi arrabbiare. Non giustificato, accettato. La rabbia è andata via, si è dissolta nel nulla. Semplice. E' comunque stato difficile arrivarci.
Oggi si è presentata un'altra interessante sfida. Accettare la vendetta. E' pur sempre un sentimento. Non volevo accettarlo. Pensavo fosse una componente razionale. Invece no, è proprio un sentimento. Il desiderio emozionale di vendetta.
E' una mia nuova amica, ci sto ancora facendo amicizia. In questi giorni discuteremo e vedremo come giungere al compromesso.
Sicuramente qualcuno la pagherà. Niente di grave, nessuna violenza fisica. Nessuna violenza. Solo vendetta.
Prima o poi arriverà a compimento, penso che mi divertirò.
Per adesso, sono contento di averla conosciuta e accettata dentro di me.

domenica 9 maggio 2010

Tramonto



Adoro il tramonto, o meglio l'ora che viene prima del tramonto. La luce che il sole emana e l'atmosfera che si crea mi fa pensare e sorridere. Ho una playlist per quest'atmosfera. Oggi ho trovato un'altra canzone adatta che posterò qui in seguito.
L'atmosfera che vivo in quei momenti è colma di speranza, felicità e mi aiuta a pensare al futuro e al presente con ottimismo e voglia di vivere.
E' difficile per me esprimere su un discorso quello che veramente mi succede in quei momenti. Forse mi trasformo. Forse torno bambino. Forse è una sorta di "metamorfosi" senza relativa trasformazione in insetto...Nessuno mi ha mai fornito un libro sul "come essere essere umani" quindi...
Preferisco godermi il momento senza stare a razionalizzare troppo e senza descrivere troppo le emozioni. Anche perchè le emozioni sono difficili da descrivere, si pensano e già sono andate via. Come un gatto, a volte più lo vuoi accarezzare meno si avvicina, poi quando non lo calcoli ti viene in braccio da solo.
Non so se anche voi avete un momento particolare della giornata in cui vi sentite "bene". Se lo avete, commentate o pensatelo fra voi e voi. L'importante è viverlo.
La nuova canzone ha nel ritornello un bel pensiero:
"and when the answer that you want
is in the question that you state
come what may
come what may"
Questo è il mio pensiero odierno. La risposta che vuoi è dentro la domanda che poni.
Food for thoughts.

venerdì 7 maggio 2010

La buona notizia...

Dovrebbe arrivare una buona notizia per me. C'è tempo fino a mezzanotte. Preparerò i pop corn. Anzi no, farò quello che volevo fare e sarò pronto a riceverla. Intanto però...

giovedì 6 maggio 2010

Way out of here



Scappare a volte può essere l'unica via per la salvezza. Anche se a volte sarebbe meglio usare il termine "allontanarsi".
In questi giorni, una persona molto molto vicina a me, ha avuto l'occasione di staccare la spina e allontanarsi, per un po', da una vita che stava diventando alienante.
Nonostante mi dicesse che tutto era ok. Nonostante qualcun altro avrebbe potuto dire che sembrava stesse bene, io sapevo che non era così. Lo sentivo. Avevo la sensazione di parlare con una persona diversa, triste, troppo distratta e superficiale per poterla chiamare con il suo vero nome.
Rifugiarsi nella routine è una delle tecniche difensive predilette da noi tutti. Routine che non hanno il sapore della scoperta, tantomeno quello del divertimento. Routine che ci vogliono sedare, far chiudere gli occhi di fronte alla realtà. Di fronte alle nostre responsabilità, di fronte ai nostri sentimenti, di fronte a noi stessi.
Ci si isola. Si allontanano tutti. Si cominciano a frequentare persone che non hanno nessun significato affettivo. Ci si siede in superficie, con lo sguardo basso, le mani sulle orecchie e si sta fermi.
Alcune persone sono più deboli e finiscono per adagiarsi in questa situazione, altre si svegliano e decidono di alzarsi in piedi e correre, ad altre persone arriva qualche bella notizia che gli permetterà di camminare, andare lontano e ricordargli chi sono e cosa vogliono dalla vita.
E' difficile e logorante aiutare in questi casi. A volte non è neanche giusto nei confronti di noi stessi. Non c'è ragione di abbattersi se la vostra mano verrà rifiutata. Anche se può fare molto male.
C'è sempre ragione di sperare in una nuova rinascita. E' ancora presto per affermarlo nel mio caso. Ci spero.
E' necessario muoversi. L'orologio continuerà a girare e stare fermi non modificherà il corso del tempo. Il mondo gira anche senza di noi. Noi non siamo niente. Siamo nessuno. Questo dovrebbe bastare per sentirci più felici e meno arroganti.
Camminate, camminate, camminate...Non si arriverà mai

martedì 4 maggio 2010

Life on Mars


Quest'immagine è curiosa. Lui è un uccellino, non so di che tipo non l'avevo mai visto, che è stato acchiappato da mio zio perchè non riusciva a volare bene. Lo ha nutrito per un giorno e come si può vedere lo ha tenuto in gabbia. Ieri decise di liberarlo. Mise la gabbia nel balcone e lasciò la porticina aperta.
L'uccellino, che chiamerò Serafino, rimase lì, fermo. Forse a prendere il sole, come si può notare, forse per paura.
Quest'immagine, a mio parere, è carica di significati. Perchè non è scappato subito? La porta era aperta. Sindrome di Stoccolma? Paura della libertà? Cecità?
Non lo saprò mai. Comunque per la cronaca, dopo 20 minuti è volato via.
Quante volte nella vita di ogni giorno ci rinchiudiamo o ci facciamo rinchiudere o siamo costretti in una gabbia?
Magari la porta è sempre aperta ugualmente. E noi a volte stiamo dentro a guardare aldilà delle sbarre, senza muoverci.
Desideriamo la libertà e la felicità ma quando si presenta di fronte a noi...Stop.
Oppure a volte crediamo di essere in gabbia. Invece ci troviamo dentro la libertà che, comunque ha un'entrata ed un'uscita.
A volte ci troviamo a terra, attorniati da amici, partner, parenti, ci vogliono aiutare a sollevarci e invece noi li vediamo come tante sbarre di una gabbia chiamata amore.
Guardiamoci intorno, solleviamo lo sguardo. Siamo in una gabbia? O in gabbie multiple?
E' molto probabile che le porte siano aperte. Tutte. Spetta a noi uscire. Non è giusto aspettare la "mano che ci tirerà fuori". La libertà è lì fuori.
Paura dell'ignoto e della grandezza della felicità. Forse è questo che ci frena.
Ogni giorno il sole spunterà fuori e ogni giorno la notte scenderà. Tutto intorno a noi continuerà a muoversi. E' una nostra decisione guardare il mondo con una visuale pulita e serena.
La gabbia si arrugginirà, magari le sue sbarre si romperanno da sole. Possiamo scegliere se aspettare questo o romperle e uscire. E' molto probabile che si romperanno da sole quando la morte arriverà. Siamo disposti a questo? No.
Il domani non è certo, tuttavia è bellissimo sapere che arriverà. E magari accoglieremo il nuovo sole con un sorriso, fuori dalla gabbia. Noi stessi in mezzo alle infinite possibilità del mondo, fuori dalla sicurezza della gabbia che ci toglie la visuale sull'infinito.
C'è una canzone che sta suonando dentro di me. Il suo significato può essere diverso da quello che ho scritto prima, ma comunque penso dia un senso di speranza. Di rottura e cambiamento. Voglia di cambiamento.
Is there life on Mars?

lunedì 3 maggio 2010

Free falling, Karma, Amore e Colori


Eccomi qui è tardi, potrei stare a dormire e invece no. Voglio scrivere. Ho avuto una discussione stupida con una persona stanotte, non mi và proprio di rigirarmi nel letto a pensare a queste cazzate. Non mi assumerò colpe non mie come ho fatto in passato. Non starò tutto il tempo a farmi domande senza alcuna utilità.
Alcune persone sono mediocri, non mi vergogno assolutamente di pensare questo, tantomeno mi sento in colpa.
Penso che ognuno abbia il diritto di splendere, eccellere, soprattutto nell'essere se stesso. Alcune persone semplicemente scelgono la via della mediocrità. Ad esempio, ricorrendo ad azioni basse per aumentare la propria autostima...
Autostima? Se una persona ha così tanto bisogno di complimenti, suggerimenti, apprezzamenti dagli altri dubito si possa parlare di autostima.
Ricorrere, ad esempio, all'ascolto di complimenti sul proprio aspetto fisico da persone che ovviamente hanno solo interesse al sesso penso sia una delle cose più basse che un essere umano possa fare...
Certo ogni tanto può fare piacere ma...Io non sarei disposto ad essere così passivo.
Perchè di passività si tratta. Un "grazie" in certe occasioni è sinonimo di passività.
Parola che sto piano piano eliminando dal vocabolario delle mie azioni. Insieme ad aggressività, che comunque a volte serve.
Assertività è la parola chiave. Quindi quando sento che qualcosa non và semplicemente esprimo il mio disappunto in maniera rispettosa ed evitando il giudizio.
Anche dire "Fai schifo" lo vedrei, ad esempio come un gesto passivo/aggressivo. Tuttaltra cosa invece dire "Il tuo comportamento non mi piace, gradirei cambiassi tono".
Il messaggio arriva, e se l'interlocutore si offende pazienza. Ognuno è responsabile delle proprie azioni e visto che il mondo è cattivo, abituati.
Una volta mi venì in mente un paragone, a proposito delle persone superficiali:
"E' come se stessero in caduta da un aereo e pensassero "Che bello galleggiare nell'aria, mi sento così libero e leggero". Poi quando vedranno la terra, sarà troppo tardi per aprire il paracadute e si schianteranno."
Non so cosa voi ne pensiate ma penso sia molto adatto. Beh...Al massimo potreste pensare che io faccia molti paragoni sul volo aereo, su questo vi do ragione:).
Credo questo sia quello che capita a chi, incurante degli altri e di se stesso, spegne il pensiero, il cuore e si abbandona alla corrente. Non si fatica, è vero. Però poi, quando deciderà di cambiare qualcosa...BOOM!
Magari quella persona non ci sarà più o meglio ancora per lei si sarà trovato/a una persona molto meglio di lei/lui...Magari perderà il lavoro. Magari perderà la vita. Magari perderà se stesso/a.
Invece con il paracadute si può decidere dove andare. Si vola liberissimi all'inizio ma poi si apre il paracadute e si decide dove cadere.
Meglio.
Per quanto riguarda le mie credenze sul karma...Beh stasera sono state pienamente soddisfatte. Io so di aver fatto del bene quindi...Ho dovuto solo aspettare un'oretta e una bellissima notizia è arrivata. Sarò impegnato in una nuova attività. Notizia che mi riempie di orgoglio e che ancora una volta di più dimostra che "What goes around comes around".
Fai del bene e lo riceverai. Fai del male e lo riceverai. La legge dell'universo. Universo di cui tutti facciamo parte. Questa legge ha sempre funzionato nella mia vita, non so nella vostra. Pensateci bene.
A volte è come se le cose succedessero da sole. Non è così. Pensiamoci bene, tutti quanti, la prossima volta che penseremo "Mi merito questo?". Soprattutto per le belle notizie. Si ce lo meritiamo tutto. Godiamoci il frutto della nostra volontà.
Una mia caratteristica è quella di costruire il discorso sul momento, infatti ora mi è venuta in mente una cosa.
Sono meno triste a proposito del mio stare male in questi ultimi tempi. E' stata una lezione per prima cosa e poi...Qualcosa di bello sicuramente comincerà a succedere. Me lo sento e ne sono sicuro.
Coloriamoci di noi stessi. Meglio apparire eclettici (ed esserlo) che essere trasparenti in balia delle correnti.
Grazie a tutti per le visite, che sono state numerose, commentate e dite la vostra:)
Buona notte a tutti

domenica 2 maggio 2010

Veleno



Sara, il cane nella foto, oggi è morta. Avvelenamento. Non abbiamo la certezza di chi sia stato, ma di una cosa si, la cattiveria e la perfidia di alcune persone sfiorano l'assurdo.
Vivo qui a Roma con mia nonna e mio zio, non posso tenere un cane o un gatto perchè mia nonna è allergica. Quindi ogni volta che andavo a casa di mia zia ero ben contento di giocare un po' con il suo cane, Sara appunto.
Ogni volta che varcavo la soglia di casa sua piangeva. Era contenta di vedermi. Mi si avvicinava muovendo in modo frenetico la sua codina. Mi si poggiava addosso con il suo "dolce peso", mi guardava con i suoi occhioni e mi chiedeva delle coccole. Lo ammetto, a volte ho avuto paura di lei a causa dei suoi movimenti repentini e a causa della sua mole. Ma non mi ha mai fatto niente, se non regalarmi sorrisi.
Domenica scorsa ero un po' giù e decisi di andare a fare una passeggiata con lei per distrarmi e vedere anche i cavalli che stanno al maneggio vicino casa di mia zia.
Abbiamo corso, strano per lei, visto che non correva mai. Ogni volta che mi fermavo, per accendere una sigaretta o per fare una foto, lei mi si metteva a fianco come una guardia e mi guardava con il suo sguardo che mi faceva sempre sorridere.
Non sono riuscito a farle una foto come si deve. Si girava sempre, voleva esplorare, correre, andare vicino ai cavalli. Quella che ho postato è l'ultima foto che le ho fatto. Ricorderò per sempre quella giornata, è stata la prima volta che la ho portata in giro da solo.
Solo scrivere questo mi ha fatto commuovere. Un altra prova in questo mio periodo di crescita.
Addio Sara, solo un'idiota ti avrebbe chiamato cane.

sabato 1 maggio 2010

Step: Take off.



Uno step importante nel percorso che ho intrapreso, e che ognuno di noi intraprende, volente o nolente, nella vita di tutti i giorni, è il decollo.
Per poterci muovere, per poter cambiare bisogna volerlo. Non dobbiamo cambiare, vogliamo cambiare. Non dobbiamo niente a nessuno. Vogliamo noi stessi.
Immaginiamo di voler cambiare qualcosa di noi, di voler evolvere, di voler arrivare al completamento di un obiettivo. Decidiamo di cambiare cosa, in primis. Dopo pensiamo a come arrivare, attraverso quali scali, se il carburante ci basterà e se il tempo è e sarà abbastanza buono per poter volare.
Deciso questo comunichiamo la nostra intenzione di decollo alla torre di controllo, che possiamo rappresentare come la nostra volontà e il nostro auto controllo.
La torre di controllo ci comunicherà in che direzione e in che pista partire. Noi ci cominceremo a muovere in quella direzione, piano piano.
Quando saremo pronti a scattare, comunicheremo alla torre la nostra posizione e cosa più importante la nostra disponibilità, volontà, di partire.
La torre ci darà l'ok. MA, ma, l'ultima decisione spetterà a noi. Infatti potremmo aver paura, o potremmo pensare di non essere all'altezza di questo volo, nonostante avessimo già deciso di stare lì su quella pista.
Un bel respiro. Comunichiamo alla torre la nostra partenza. Spingiamo la manetta in avanti fino al grado di potenza necessaria e cominciamo la nostra rincorsa.
Sentiremo il nostro corpo schiacciarsi al sedile e tutto scorrerà veloce.
Raggiunta la velocità necessaria tireremo verso di noi la cloche e cominceremo a volare.
Sentiremo una strana sensazione al nostro stomaco, o intestino...Un pochino di agitazione perchè non avremo più la terra sotto i nostri piedi come scusa per non vedere da vicino il sole. Tutto dall'alto sembrerà più piccolo, e tutto sembrerà muoversi lentamente, nonostante la nostra alta velocità.
Ritireremo il carrello, non ci servirà lassù, le ali ed i motori faranno il loro dovere adesso.
Una volta in quota ed in posizione potremo impostare il pilota automatico e comunicare alla torre il nostro allontanamento dal suo spazio aereo.
Ci muoveremo nell'ignoto, o quasi, sapremo solo dove arriveremo ma non conosceremo la "strada" aerea a vista.
Avremo i nostri radar che ci permetteranno di correggere la nostra posizione. Potremo fidarci di loro.
E adesso godiamoci il cielo, siamo alla sua altezza. Non è soddisfacente già essersi spinti fino a questa altezza?

In qualche altro post più in avanti parlerò della volo, dell'atterraggio e della manovra di parcheggio.

Buon viaggio a tutti

venerdì 30 aprile 2010

Mai

Mai puntare tutto su un cavallo. Bisogna sempre tenersi i soldi per tornare a casa.

Cerco, cerco, cerco. Leggo, leggo, leggo. Mi sto informando sul come far girare questa ruota chiamata blog. E' un argomento interessante. In questo momento guardavo un po' altri blog, ne ho trovati alcuni interessanti. Altri sembrano carcasse lasciate a marcire al sole dopo "la foga del momento creativo". E' interessante il fatto che queste mie ricerche, su vari argomenti ad esempio anche musica, prendano vita sempre di notte. Al buio. Magari mi voglio "illuminare" con un po' di sapienza.
O forse è il periodo della giornata in cui mi piace di più conoscere.
La verità è che mi manca qualcosa, un affetto. La persona. Ma tanto è inutile stare a rimuginarci su. A volte ci si assumono colpe che non si hanno. A volte si da la colpa agli altri per evitare di parlare con noi stessi.
E adesso son solo, qui a scrivere. La felicità è così tanto semplice da raggiungere. Basterebbe pochissimo. Ma ormai i miei dubbi sull'essere umano stanno diventando sicurezze. Meglio litigare ed evitare di guardarci dentro che semplicemente abbracciare e stare bene insieme. Troppo facile, troppo infantile. Infantile...I bambini sorridono sempre, imparano ogni giorno qualcosa di nuovo, hanno una tremenda voglia di conoscere, si divertono, vivono le proprie emozioni e le mostrano, sanno amare e sono affascinati anche dalle più piccole cose. E' sbagliato uccidere il bambino che c'è in noi.
Ma, ma, come è successo per il femminismo (cioè prendere i difetti degli uomini per affermare la propria femminilità), dall'essere bambini si prendono solo i difetti invece che i pregi. Capricci e immaturità in primis.
Purtroppo il peso di un adulto è differente da quello di un bambino, le sue azioni e parole possono fare male. Soprattutto se ci si sente fragili e si sta attraversando un periodo di ricostruzione dopo una rottura di sé.
Mattone dopo mattone, mi sto ricostruendo. Meglio di prima. Più forte. Più resistente. Ancora fragile e a volte strano perchè ancora non si capisce che senso abbia la mia struttura.
Quindi sto qui, a scrivere un po' e a pensare. Vorrei essere bambino stasera. Solo il pensarci mi sta aiutando a spegnere i futili pensieri che il mio cervello crea per ammazzare il tempo. E forse con quei pensieri, con il passare del tempo ha ammazzato anche il bambino che era dentro di me.
Le piccole cose...Penso sia proprio ora di ripartire da lì.

giovedì 29 aprile 2010

Donne sull'orlo di una crisi di nervi

Una delle cose che adoro fare per rilassarmi e sbarazzarmi di un po' di tensione è camminare. Adoro farlo soprattutto con questo bel tempo e poi Roma è Roma;).
Bene. Dopo una sessione di composizione canzoniera, oggi pomeriggio, decido di farmi una bella camminata. Mi vesto, mi preparo, mi metto i miei bei occhialoni scuri, esco di casa e comincio la mia passeggiata. Dopo 400 metri una macchina mi passa di fianco. Una ragazza si sporge dal finestrino e mi urla "Ciaooooo carinoooooo"...Immaginate ora la mia faccia? Impassibile, me n'è fregato poco...Anche se mi ha fatto pensare un po' al fatto che mi devo arrendere al fatto che negli ultimi anni qualcosa a proposito della mia immagine è cambiata e...Vabbè non mi voglio vantare, però mi piaccio di più, mettiamola così;).
Cammino, cammino...Dopo un km...Passano due sulla trentina con uno scooterone e la ragazza dietro mi dice "Bello! Bello!" e si mette a ridere...Ora mi potete immaginare con un sopracciglio alzato e uno abbassato.
Devo dire che ora capisco (un minimo almeno) cosa provano le ragazze quando gli vengono urlati complimenti da maschi desiderosi di riprodursi e sfoggiare la loro attitudine da "anima della serata"/"rimorchio come una rockstar"/"pur di far ridere venderei pure mia madre". Vi capisco ragazze, non è piacevole da una parte, potrebbe essere piacevole da un'altra.
...Io ho continuato a camminare, con i miei pensieri che mi seguivano come cani fedelissimi ed il mio sguardo che andava al cielo. Pensavo che se veramente esistesse l'anima del mondo, saprei cosa chiederle con tutte le mie forze. I desideri non si dicono, si sà. Tuttavia non penso sia tanto difficile leggermi negli ultimi tempi...
Buona giornata ragazzi, vi auguro un sorriso

Presentazione "ufficiale"


Ciao a tutti! Mi chiamo Lorenzo, abito a Roma, ho 24 anni e studio Psicologia a Roma. Comincio a scrivere qui per parlare un po' di me, delle mie giornate e dei pensieri che ogni giorno riempono le mie giornate e che vi faranno (quasi sicuramente) sorridere, riflettere e magari anche aiutare:).
Ho iniziato un percorso di cambiamento e crescita nella mia vita e questo blog sarà un bel taccuino su cui annotare i risultati e condividere con voi "il mio raccolto".
Vi ringrazio per l'attenzione e spero seguiate numerosi;)
Ciao!