domenica 30 maggio 2010

Romanticismo



Oggi è stata una giornata molto particolare. La definirei "romantica". Mi sono sentito come dentro un sogno, tutto era così irreale. Non è successo niente di particolare, ma il mio umore era serinissimo ed i miei pensieri hanno volato, come non facevano da tempo.

Ho studiato, psicologia giuridica, argomento tanto interessante quanto pesante e ampio. In un capitolo si parlava di "case famiglia", argomento che mi ha fatto molto pensare. Sicuramente un argomento pesante, non tanto per lo studio quanto per i significati emozionali e affettivi che ha per me. Mi sono bloccato nella lettura ed ho immaginato una casa famiglia. Le stanze, le persone presenti, i discorsi, tutto. Tutt'in un istante mi sono immaginato un bambino che veniva verso di me e mi abbracciava. Questo pensiero mi ha fatto realizzare di quanto bene e attenzioni abbiano bisogno i bambini, le persone in generale.
Loro, i bambini, i ragazzi, stanno lì tutti insieme. Senza i loro genitori. In compagnia, ma forse soli. Nutriti d'amore e attenzioni, si, ma probabilmente con un immenso vuoto dentro.
Ho pensato a come sarebbe lavorare in una struttura del genere. Non farebbe per me. Mi affezionerei troppo. Ancora ho in mente quel bambino che ho immaginato e ancora sono scosso dal pensiero. Nutro senz'altro stima per le persone che ogni giorno si impegnano in situazioni di questo tipo. Davvero.

Il mio studio è proceduto...bene, diciamo...Un po' di distrazioni, ma diciamo...ehm...si ho studiato...

Mi distraevo continuamente guardando fuori dalla finestra. Il cielo oggi era qualcosa di straordinario, bellissimo, blu, infinito. Sorridevo e rimanevo imbambolato ogni qual volta davo un occhiata all'esterno. E...Via! I pensieri d'amore correvano e dipingevano immagini dentro me che provocavano il cuore...E lui correva, batteva sempre più forte. Il mio cuore penso sia una persona molto permalosa...Reagisce sempre all'istante, in un battito d'ali.
Che dire poi delle farfalline nello stomaco? Belle sensazioni. Peccato averle quando si dovrebbe studiare...

Dopo lo studio, una red bull ed un caffè, finalmente ho tirato fuori il mio amore. La mia chitarra. Ho collegato il cavo e "Plug in baby" dei Muse è partita praticamente in automatico. Particolarmente fomentato, ho suonato per circa mezz'ora, sempre con un sorriso stampato in faccia e con un po' di headbanging che non fa mai male.

Messa da parte la mia chitarra, causa parenti suonanti al citofono e relativo caffè in compagnia, il mio amichetto preferito mi chiama con tono frettoloso e mi dice di prepararmi in 5 minuti per uscire. Accetto la sfida e in 10 minuti sono pronto. Usciamo, passiamo a prendere il restante componente del nostro trio e via, tutti al centro commerciale. Discorsi, risate, commenti, fatti, battute. Il tempo è volato. Si è arrivati ai saluti. Un bellissimo pomeriggio in loro compagnia.

La costante di questa giornata è stata una canzone. Canzone che non ho sentito da nessuna parte oggi. Mi è cominciata a suonare in testa al risveglio.
Ogni volta che la ho sentita oggi, in testa o in uscita dalle casse, mi ha fatto pensare all'amore. Il sentimento. Un pensiero che, come pochi altri, mi fa stare bene e mi fa apprezzare tutto ciò che ho intorno e tutto ciò che sono.
Ecco la canzone, spero vi trasmetta almeno 1/100 di quello che ha trasmesso a me. Vi farà bene:)





P.S. So che il testo parla della fine di una storia, fa niente. E' l'atmosfera che è presente nella musica e nella melodia che mi suscita quelle emozioni. Parole se ne dicono tante...

mercoledì 26 maggio 2010

Nero



Tratto da wikipedia:

Il nero è un colore. Il termine presenta alcune sottili differenze nel significato.

Il nero può essere definito come l'impressione visiva che viene sperimentata quando nessuna luce visibile raggiunge l'occhio. (Questo in contrasto con il bianco, che combina tutti i colori della luce che stimolano in maniera uguale i tre tipi di recettori sensibili ai colori.)

I pigmenti che assorbono la luce piuttosto che rifletterla, danno luogo al "nero". Un pigmento nero, tuttavia, risulta da una combinazione di diversi pigmenti che insieme assorbono tutta la luce, di ogni colore. Se vengono impiegate le proporzioni corrette dei tre pigmenti primari, il risultato riflette così poca luce da risultare nero.

Questo porta a due descrizioni apparentemente opposte ma complementari del nero. Il nero è la mancanza di tutti i colori che formano la luce, oppure una combinazione di più colori di pigmenti. Vedere anche colori primari e pigmenti primari.



Morale della favola:
Non si può risplendere se non si riceve energia. E' ora di ricevere.

domenica 23 maggio 2010

x+y= Stand-By


Mi capita di rimanere in silenzio, a volte. I miei amici parlano, ridono. Io ascolto, e rimango inespressivo. Potrei parlare, partecipare. Rimango distratto. Ovviamente non capita sempre, altrimenti sarei una rottura di palle...
Sono dei momenti. E' come se rimanessi connesso al presente solo attraverso i loro discorsi, le loro parole, la loro immagine. Tuttavia non sono presente. Non sono nel passato. Sono nel probabile, sono dentro un'ipotesi. L'ipotesi sul momento successivo, sul "forse".
Quando sono solo, mi succede ugualmente. Poi, riesco a svegliarmi, e torno a sentire il mio respiro. E' come se per gli altri andassi in stand-by, cosa che "una persona in particolare" mi ha detto più volte...
Anche se "dormo" il tempo passa ugualmente e i secondi del mio orologio continuano a rincorrere il nuovo numero nei giorni che vorrei bruciare dal calendario. Giornate che mi fanno invecchiare, divertire, conoscere, avere, essere, esistere.
Mi sono capitate cose che in altri tempi sarebbero state considerate oro, ma il peso che hanno adesso è momentaneo. Come se fossero preziosissimo gas che si dissolve immediatamente nell'aria. Dopo ogni dissoluzione ho continua voglia di vedere ancora le sue trasparenze. La sua dissoluzione mi fa anche venire voglia di uscire, venire fuori, camminare, vedere il nuovo giorno. Scrivere, ricordare, eliminare il filtro che non mi permette di "inquinarmi" completamente di gioia.
Cosa succederà domani? Ho dei punti guida che mi aiuteranno a passare attraverso le ore. Mi piacerebbe vedere, durante il mio viaggio sulla strada del giorno, qualcosa che attiri la mia attenzione al lato. Qualcosa che mi faccia scendere dalla macchina e che mi permetta di fare benzina.
Fermarmi e vivere il momento invece di pensare all'arrivo.
Evitare di sentirmi un numero che viene riportato di ora in ora, dentro un calcolo chiamato realtà in cui tutte le persone presenti sono: frazioni, sottrazioni, addizioni e divisioni.
La matematica (o realtà, o ragione) non è un'opinione. Per questa motivo per comunicare si usano le parole ed i numeri.
Il significato che si portano dietro è un'incognita che può scatenare infinite operazioni.
Eccomi di nuovo nuotare dentro l'incognita.

venerdì 21 maggio 2010

My friend




Allora amico mio la notizia che tanto aspettavi è arrivata eh? Il lavoro che sognavi è tuo. Quante volte ne abbiamo parlato, quante volte ti ho visto starci male, quante volte ti avrei preso a calci in culo perchè non riuscivi a vedere in te stesso quello che vedevo io, un grande.
Ti potrà sembrare strano da parte mia ma, a volte, ho "pregato l'anima del mondo" (come abbiamo detto quella volta) perchè tu potessi ottenere quello che tanto desideravi. Mentre mi facevo le mie passeggiate, da solo, pensavo anche a questo.
Sei sempre stato un più che ottimo amico. Ci sei sempre stato per me. Anche io, nonostante possa sembrare un po' freddo, nel periodo in cui stavi male, ti chiamavo di continuo per farti uscire e a mio modo aiutarti un po'.
In questi tempi...Quante volte ti ho chiamato per prendere quel caffè? O quei messaggi stupidi che ti ho mandato? E tu? Mi hai fatto compagnia, mi hai spronato, mi hai ascoltato, facendomi tornare a casa con un sorriso e con la voglia di andare avanti perchè non ero e non sono solo.
I concerti, le bevute, le passeggiate, le discussioni, i silenzi, i consigli, gli amori, l'università, le famiglie, quante ne abbiamo passato insieme! Quanto siamo cambiati in questi anni, quanto ci siamo migliorati a vicenda e quanto ci siamo sostenuti. La distanza non cambierà niente, anzi, sicuramente ci arricchirà di nuove esperienze, nuovi racconti, nuove persone, nuove situazioni. Ti verrò a trovare, contaci. Se ti sentirai giù o se sarai felice come non mai sai che potrai contare su di me. Spero di darti solo belle notizie da qui. Quello che ti posso assicurare è che continuerò nel mio percorso e continuerò ad illuminare le mie zone buie. Alcune delle quali tu ed il nostro amico avete illuminato con le vostre battute ed il vostro volermi bene.
Non sono mai stato di molte parole, magari ragionamenti si, ma parole in altri sensi no. A volte, quando magari eri giù, ti guardavo e cercavo di trasmetterti telepaticamente un po' di buon umore...Invece poi parlavo e i silenzi, a volte, si trasformavano in risate. Ma adesso qualcosa la sto già cambiando, la sto tirando fuori, infatti scrivo questo post per comunicare al mondo quanto tengo a te.
MA questo non è un messaggio di addio, tantomeno vuole esprimere tristezza. Quello che voglio esprimere è felicità. Sono felice per te. Ti immaginerò al lavoro il primo giorno, con quel sorriso che, forse, in passato non hai mai avuto in una situazione del genere. Se ti sentirai impaurito o fuori luogo ricordati chi sei, questo ti basterà.
Basta parole. Quando ci rivedremo non ne avremo bisogno. L'allegria e lo stare bene urleranno.
Ti voglio bene, amico mio.

martedì 18 maggio 2010

Freedom of speech




Le dighe che impediscono ai pensieri di fluire, di sfogarsi nel mare aperto. L'acqua che continua a scorrere nonostante tutto e cerca di scalfire la pietra che con la sua durezza vuole bloccare il corso degli eventi.
Nelle colline i soldati pensanti muoiono sotto il sole della vita. Sentimenti vengono stuprati sotto lo sguardo curioso e impassibile di passanti voyeuristi. Il carro armato avanzerà nonostante i cadaveri e la cattiveria vorrà monetizzare sopra le vittime della propria incoscenza.
Difendere la propria patria personale e morire per una guerra che farà crescere l'anestetizzazione alla violenza. Chi sopravviverà, i cittadini, diventeranno più freddi o più ignoranti.
Il capo di tutto, il manovratore, il Dio del mondo interno starà a guardare. Lui può decidere, può cambiare tutto...Volendo.
Lo strano mondo che ti sei creato, la realtà dove il tuo cuore batte continuerà ad esistere.
Il sorriso è il giorno, il pensiero è la notte.
Il saluto che il cuore darà deciderà se buio o luce. Il giudizio del cervello deciderà se tempo bello o brutto.
La guerra della pace dei sensi.

domenica 16 maggio 2010

The resistance/stop/change/revolution



Continue promesse, bugie. Strade che si interrompono con posti di blocco dettati dalla umana ipocrisia e dall'umano raziocinio. Non si può arrivare da nessuna parte così.
Avere una corda legata al cervello che rischia di impiccare la speranza ad ogni minimo movimento non è vivere.
Non si può mascherare una bomba atomica, non si può sorridere di fronte alla morte.
Rivoluzione o morte, non è uno stato giuridico ma uno stato d'animo.
Spererò, lotterò fino a che ci sarà energia. Finita questa. Finito tutto. Ciao.

martedì 11 maggio 2010

Evoluzione




A volte, mi son sentito sospeso nell'aria come se il mondo continuasse a girare sotto di me e io rimanessi sempre nello stesso punto.

lunedì 10 maggio 2010

Vendetta




La cosa più stupida che si può fare, a volte, è nascondere i propri sentimenti. Soprattutto a se stessi. Le ragioni possono essere tante, ma i sentimenti non fanno parte della ragione. Qualcosa si muove dentro di noi, scalcia, e noi razionalizziamo e cerchiamo di trovare il "bottone razionale" di spegnimento.
Non è giusto. Bisogna manifestare i propri sentimenti. Almeno a noi stessi. Dobbiamo? Vogliamo accettarli. Fanno parte di noi. Nuotano dentro di noi ma sono invisibili. Possono uscire, certo, ma spetta a noi.
In questo periodo non provo più la rabbia che provavo prima. Come ho fatto? La ho accettata. Ho accettato il fatto di potermi arrabbiare. Non giustificato, accettato. La rabbia è andata via, si è dissolta nel nulla. Semplice. E' comunque stato difficile arrivarci.
Oggi si è presentata un'altra interessante sfida. Accettare la vendetta. E' pur sempre un sentimento. Non volevo accettarlo. Pensavo fosse una componente razionale. Invece no, è proprio un sentimento. Il desiderio emozionale di vendetta.
E' una mia nuova amica, ci sto ancora facendo amicizia. In questi giorni discuteremo e vedremo come giungere al compromesso.
Sicuramente qualcuno la pagherà. Niente di grave, nessuna violenza fisica. Nessuna violenza. Solo vendetta.
Prima o poi arriverà a compimento, penso che mi divertirò.
Per adesso, sono contento di averla conosciuta e accettata dentro di me.

domenica 9 maggio 2010

Tramonto



Adoro il tramonto, o meglio l'ora che viene prima del tramonto. La luce che il sole emana e l'atmosfera che si crea mi fa pensare e sorridere. Ho una playlist per quest'atmosfera. Oggi ho trovato un'altra canzone adatta che posterò qui in seguito.
L'atmosfera che vivo in quei momenti è colma di speranza, felicità e mi aiuta a pensare al futuro e al presente con ottimismo e voglia di vivere.
E' difficile per me esprimere su un discorso quello che veramente mi succede in quei momenti. Forse mi trasformo. Forse torno bambino. Forse è una sorta di "metamorfosi" senza relativa trasformazione in insetto...Nessuno mi ha mai fornito un libro sul "come essere essere umani" quindi...
Preferisco godermi il momento senza stare a razionalizzare troppo e senza descrivere troppo le emozioni. Anche perchè le emozioni sono difficili da descrivere, si pensano e già sono andate via. Come un gatto, a volte più lo vuoi accarezzare meno si avvicina, poi quando non lo calcoli ti viene in braccio da solo.
Non so se anche voi avete un momento particolare della giornata in cui vi sentite "bene". Se lo avete, commentate o pensatelo fra voi e voi. L'importante è viverlo.
La nuova canzone ha nel ritornello un bel pensiero:
"and when the answer that you want
is in the question that you state
come what may
come what may"
Questo è il mio pensiero odierno. La risposta che vuoi è dentro la domanda che poni.
Food for thoughts.

venerdì 7 maggio 2010

La buona notizia...

Dovrebbe arrivare una buona notizia per me. C'è tempo fino a mezzanotte. Preparerò i pop corn. Anzi no, farò quello che volevo fare e sarò pronto a riceverla. Intanto però...

giovedì 6 maggio 2010

Way out of here



Scappare a volte può essere l'unica via per la salvezza. Anche se a volte sarebbe meglio usare il termine "allontanarsi".
In questi giorni, una persona molto molto vicina a me, ha avuto l'occasione di staccare la spina e allontanarsi, per un po', da una vita che stava diventando alienante.
Nonostante mi dicesse che tutto era ok. Nonostante qualcun altro avrebbe potuto dire che sembrava stesse bene, io sapevo che non era così. Lo sentivo. Avevo la sensazione di parlare con una persona diversa, triste, troppo distratta e superficiale per poterla chiamare con il suo vero nome.
Rifugiarsi nella routine è una delle tecniche difensive predilette da noi tutti. Routine che non hanno il sapore della scoperta, tantomeno quello del divertimento. Routine che ci vogliono sedare, far chiudere gli occhi di fronte alla realtà. Di fronte alle nostre responsabilità, di fronte ai nostri sentimenti, di fronte a noi stessi.
Ci si isola. Si allontanano tutti. Si cominciano a frequentare persone che non hanno nessun significato affettivo. Ci si siede in superficie, con lo sguardo basso, le mani sulle orecchie e si sta fermi.
Alcune persone sono più deboli e finiscono per adagiarsi in questa situazione, altre si svegliano e decidono di alzarsi in piedi e correre, ad altre persone arriva qualche bella notizia che gli permetterà di camminare, andare lontano e ricordargli chi sono e cosa vogliono dalla vita.
E' difficile e logorante aiutare in questi casi. A volte non è neanche giusto nei confronti di noi stessi. Non c'è ragione di abbattersi se la vostra mano verrà rifiutata. Anche se può fare molto male.
C'è sempre ragione di sperare in una nuova rinascita. E' ancora presto per affermarlo nel mio caso. Ci spero.
E' necessario muoversi. L'orologio continuerà a girare e stare fermi non modificherà il corso del tempo. Il mondo gira anche senza di noi. Noi non siamo niente. Siamo nessuno. Questo dovrebbe bastare per sentirci più felici e meno arroganti.
Camminate, camminate, camminate...Non si arriverà mai

martedì 4 maggio 2010

Life on Mars


Quest'immagine è curiosa. Lui è un uccellino, non so di che tipo non l'avevo mai visto, che è stato acchiappato da mio zio perchè non riusciva a volare bene. Lo ha nutrito per un giorno e come si può vedere lo ha tenuto in gabbia. Ieri decise di liberarlo. Mise la gabbia nel balcone e lasciò la porticina aperta.
L'uccellino, che chiamerò Serafino, rimase lì, fermo. Forse a prendere il sole, come si può notare, forse per paura.
Quest'immagine, a mio parere, è carica di significati. Perchè non è scappato subito? La porta era aperta. Sindrome di Stoccolma? Paura della libertà? Cecità?
Non lo saprò mai. Comunque per la cronaca, dopo 20 minuti è volato via.
Quante volte nella vita di ogni giorno ci rinchiudiamo o ci facciamo rinchiudere o siamo costretti in una gabbia?
Magari la porta è sempre aperta ugualmente. E noi a volte stiamo dentro a guardare aldilà delle sbarre, senza muoverci.
Desideriamo la libertà e la felicità ma quando si presenta di fronte a noi...Stop.
Oppure a volte crediamo di essere in gabbia. Invece ci troviamo dentro la libertà che, comunque ha un'entrata ed un'uscita.
A volte ci troviamo a terra, attorniati da amici, partner, parenti, ci vogliono aiutare a sollevarci e invece noi li vediamo come tante sbarre di una gabbia chiamata amore.
Guardiamoci intorno, solleviamo lo sguardo. Siamo in una gabbia? O in gabbie multiple?
E' molto probabile che le porte siano aperte. Tutte. Spetta a noi uscire. Non è giusto aspettare la "mano che ci tirerà fuori". La libertà è lì fuori.
Paura dell'ignoto e della grandezza della felicità. Forse è questo che ci frena.
Ogni giorno il sole spunterà fuori e ogni giorno la notte scenderà. Tutto intorno a noi continuerà a muoversi. E' una nostra decisione guardare il mondo con una visuale pulita e serena.
La gabbia si arrugginirà, magari le sue sbarre si romperanno da sole. Possiamo scegliere se aspettare questo o romperle e uscire. E' molto probabile che si romperanno da sole quando la morte arriverà. Siamo disposti a questo? No.
Il domani non è certo, tuttavia è bellissimo sapere che arriverà. E magari accoglieremo il nuovo sole con un sorriso, fuori dalla gabbia. Noi stessi in mezzo alle infinite possibilità del mondo, fuori dalla sicurezza della gabbia che ci toglie la visuale sull'infinito.
C'è una canzone che sta suonando dentro di me. Il suo significato può essere diverso da quello che ho scritto prima, ma comunque penso dia un senso di speranza. Di rottura e cambiamento. Voglia di cambiamento.
Is there life on Mars?

lunedì 3 maggio 2010

Free falling, Karma, Amore e Colori


Eccomi qui è tardi, potrei stare a dormire e invece no. Voglio scrivere. Ho avuto una discussione stupida con una persona stanotte, non mi và proprio di rigirarmi nel letto a pensare a queste cazzate. Non mi assumerò colpe non mie come ho fatto in passato. Non starò tutto il tempo a farmi domande senza alcuna utilità.
Alcune persone sono mediocri, non mi vergogno assolutamente di pensare questo, tantomeno mi sento in colpa.
Penso che ognuno abbia il diritto di splendere, eccellere, soprattutto nell'essere se stesso. Alcune persone semplicemente scelgono la via della mediocrità. Ad esempio, ricorrendo ad azioni basse per aumentare la propria autostima...
Autostima? Se una persona ha così tanto bisogno di complimenti, suggerimenti, apprezzamenti dagli altri dubito si possa parlare di autostima.
Ricorrere, ad esempio, all'ascolto di complimenti sul proprio aspetto fisico da persone che ovviamente hanno solo interesse al sesso penso sia una delle cose più basse che un essere umano possa fare...
Certo ogni tanto può fare piacere ma...Io non sarei disposto ad essere così passivo.
Perchè di passività si tratta. Un "grazie" in certe occasioni è sinonimo di passività.
Parola che sto piano piano eliminando dal vocabolario delle mie azioni. Insieme ad aggressività, che comunque a volte serve.
Assertività è la parola chiave. Quindi quando sento che qualcosa non và semplicemente esprimo il mio disappunto in maniera rispettosa ed evitando il giudizio.
Anche dire "Fai schifo" lo vedrei, ad esempio come un gesto passivo/aggressivo. Tuttaltra cosa invece dire "Il tuo comportamento non mi piace, gradirei cambiassi tono".
Il messaggio arriva, e se l'interlocutore si offende pazienza. Ognuno è responsabile delle proprie azioni e visto che il mondo è cattivo, abituati.
Una volta mi venì in mente un paragone, a proposito delle persone superficiali:
"E' come se stessero in caduta da un aereo e pensassero "Che bello galleggiare nell'aria, mi sento così libero e leggero". Poi quando vedranno la terra, sarà troppo tardi per aprire il paracadute e si schianteranno."
Non so cosa voi ne pensiate ma penso sia molto adatto. Beh...Al massimo potreste pensare che io faccia molti paragoni sul volo aereo, su questo vi do ragione:).
Credo questo sia quello che capita a chi, incurante degli altri e di se stesso, spegne il pensiero, il cuore e si abbandona alla corrente. Non si fatica, è vero. Però poi, quando deciderà di cambiare qualcosa...BOOM!
Magari quella persona non ci sarà più o meglio ancora per lei si sarà trovato/a una persona molto meglio di lei/lui...Magari perderà il lavoro. Magari perderà la vita. Magari perderà se stesso/a.
Invece con il paracadute si può decidere dove andare. Si vola liberissimi all'inizio ma poi si apre il paracadute e si decide dove cadere.
Meglio.
Per quanto riguarda le mie credenze sul karma...Beh stasera sono state pienamente soddisfatte. Io so di aver fatto del bene quindi...Ho dovuto solo aspettare un'oretta e una bellissima notizia è arrivata. Sarò impegnato in una nuova attività. Notizia che mi riempie di orgoglio e che ancora una volta di più dimostra che "What goes around comes around".
Fai del bene e lo riceverai. Fai del male e lo riceverai. La legge dell'universo. Universo di cui tutti facciamo parte. Questa legge ha sempre funzionato nella mia vita, non so nella vostra. Pensateci bene.
A volte è come se le cose succedessero da sole. Non è così. Pensiamoci bene, tutti quanti, la prossima volta che penseremo "Mi merito questo?". Soprattutto per le belle notizie. Si ce lo meritiamo tutto. Godiamoci il frutto della nostra volontà.
Una mia caratteristica è quella di costruire il discorso sul momento, infatti ora mi è venuta in mente una cosa.
Sono meno triste a proposito del mio stare male in questi ultimi tempi. E' stata una lezione per prima cosa e poi...Qualcosa di bello sicuramente comincerà a succedere. Me lo sento e ne sono sicuro.
Coloriamoci di noi stessi. Meglio apparire eclettici (ed esserlo) che essere trasparenti in balia delle correnti.
Grazie a tutti per le visite, che sono state numerose, commentate e dite la vostra:)
Buona notte a tutti

domenica 2 maggio 2010

Veleno



Sara, il cane nella foto, oggi è morta. Avvelenamento. Non abbiamo la certezza di chi sia stato, ma di una cosa si, la cattiveria e la perfidia di alcune persone sfiorano l'assurdo.
Vivo qui a Roma con mia nonna e mio zio, non posso tenere un cane o un gatto perchè mia nonna è allergica. Quindi ogni volta che andavo a casa di mia zia ero ben contento di giocare un po' con il suo cane, Sara appunto.
Ogni volta che varcavo la soglia di casa sua piangeva. Era contenta di vedermi. Mi si avvicinava muovendo in modo frenetico la sua codina. Mi si poggiava addosso con il suo "dolce peso", mi guardava con i suoi occhioni e mi chiedeva delle coccole. Lo ammetto, a volte ho avuto paura di lei a causa dei suoi movimenti repentini e a causa della sua mole. Ma non mi ha mai fatto niente, se non regalarmi sorrisi.
Domenica scorsa ero un po' giù e decisi di andare a fare una passeggiata con lei per distrarmi e vedere anche i cavalli che stanno al maneggio vicino casa di mia zia.
Abbiamo corso, strano per lei, visto che non correva mai. Ogni volta che mi fermavo, per accendere una sigaretta o per fare una foto, lei mi si metteva a fianco come una guardia e mi guardava con il suo sguardo che mi faceva sempre sorridere.
Non sono riuscito a farle una foto come si deve. Si girava sempre, voleva esplorare, correre, andare vicino ai cavalli. Quella che ho postato è l'ultima foto che le ho fatto. Ricorderò per sempre quella giornata, è stata la prima volta che la ho portata in giro da solo.
Solo scrivere questo mi ha fatto commuovere. Un altra prova in questo mio periodo di crescita.
Addio Sara, solo un'idiota ti avrebbe chiamato cane.

sabato 1 maggio 2010

Step: Take off.



Uno step importante nel percorso che ho intrapreso, e che ognuno di noi intraprende, volente o nolente, nella vita di tutti i giorni, è il decollo.
Per poterci muovere, per poter cambiare bisogna volerlo. Non dobbiamo cambiare, vogliamo cambiare. Non dobbiamo niente a nessuno. Vogliamo noi stessi.
Immaginiamo di voler cambiare qualcosa di noi, di voler evolvere, di voler arrivare al completamento di un obiettivo. Decidiamo di cambiare cosa, in primis. Dopo pensiamo a come arrivare, attraverso quali scali, se il carburante ci basterà e se il tempo è e sarà abbastanza buono per poter volare.
Deciso questo comunichiamo la nostra intenzione di decollo alla torre di controllo, che possiamo rappresentare come la nostra volontà e il nostro auto controllo.
La torre di controllo ci comunicherà in che direzione e in che pista partire. Noi ci cominceremo a muovere in quella direzione, piano piano.
Quando saremo pronti a scattare, comunicheremo alla torre la nostra posizione e cosa più importante la nostra disponibilità, volontà, di partire.
La torre ci darà l'ok. MA, ma, l'ultima decisione spetterà a noi. Infatti potremmo aver paura, o potremmo pensare di non essere all'altezza di questo volo, nonostante avessimo già deciso di stare lì su quella pista.
Un bel respiro. Comunichiamo alla torre la nostra partenza. Spingiamo la manetta in avanti fino al grado di potenza necessaria e cominciamo la nostra rincorsa.
Sentiremo il nostro corpo schiacciarsi al sedile e tutto scorrerà veloce.
Raggiunta la velocità necessaria tireremo verso di noi la cloche e cominceremo a volare.
Sentiremo una strana sensazione al nostro stomaco, o intestino...Un pochino di agitazione perchè non avremo più la terra sotto i nostri piedi come scusa per non vedere da vicino il sole. Tutto dall'alto sembrerà più piccolo, e tutto sembrerà muoversi lentamente, nonostante la nostra alta velocità.
Ritireremo il carrello, non ci servirà lassù, le ali ed i motori faranno il loro dovere adesso.
Una volta in quota ed in posizione potremo impostare il pilota automatico e comunicare alla torre il nostro allontanamento dal suo spazio aereo.
Ci muoveremo nell'ignoto, o quasi, sapremo solo dove arriveremo ma non conosceremo la "strada" aerea a vista.
Avremo i nostri radar che ci permetteranno di correggere la nostra posizione. Potremo fidarci di loro.
E adesso godiamoci il cielo, siamo alla sua altezza. Non è soddisfacente già essersi spinti fino a questa altezza?

In qualche altro post più in avanti parlerò della volo, dell'atterraggio e della manovra di parcheggio.

Buon viaggio a tutti