mercoledì 15 settembre 2010

Il sorriso


Le cose che mi hanno fatto digrignare i denti, che mi facevano implodere e...Sostanzialmente mi facevano sentire scemo...Adesso...Beh...Mi fanno sorridere!
Sono andato talmente avanti, ho scoperto talmente tante cose su di me e talmente tante cose sul mondo e sulle persone che alcune cose di cui non capivo (o meglio non accettavo) il senso hanno un altro significato per me. Tutto dipende da come categorizziamo ciò che si percepisce. Cito il grande Bruner (psicologo americano) a questo proposito:
"Tutta la percezione è necessariamente il prodotto finale di un processo di categorizzazione."
Vi tornano i conti?



Per fare un esempio potrei citare i segnali stradali. I segnali stradali dovrebbero essere obiettivamente, socialmente e culturalmente accettati, giusto? Non penso proprio sia così: un semaforo rosso ci fa piacere quando vogliamo accenderci una sigaretta oppure vogliamo rispondere ad un messaggio, meno piacere quando abbiamo fretta ed il vecchietto davanti non parte...
Stop, fermo! E' il significato universale, ma il significato dipende anche dallo stato d'animo di chi guida.
Detto questo, ora rido di fronte ad alcuni "cartelli stradali della vita". E' bellissimo reinterpretare dei segnali, prima potenzialmente stressanti, con un altro atteggiamento completamente diverso. Sorrido.

Come non citare poi un'altra cosa imparata (più che altro "capita" nel vero senso della parola) di questi tempi: "Alcune persone sono dementi, siccome non puoi ragionare con la testa di un demente, non dargli peso". Alcune persone discutono, accusano, puntano il dito ma...I loro ragionamenti stanno fuori dalla realtà e anzi a volte accusano gli altri dei propri difetti! Si chiamano quest'ultime "Identificazioni Proiettive".
Questo "meccanismo di difesa dell'Io" è straordinario, prendiamo un esempio: una persona A incolpa la persona B di essere riprovevole (o matta). Ovviamente la persona A ha il sentore di essere matta perchè (un minimo) sa di esserlo, tuttavia questo suo aspetto le fa paura. Cosa possiamo fare quando un nostro aspetto ci fa paura? Possiamo proiettarlo sugli altri! Quindi A si convince che B è matta e comincia a ripeterglielo di continuo, nonostante B non dimostri (o dimostri pochissimo) di esserlo. Cosa succederà in seguito? Indovinate...
B comincerà a comportarsi da matta. Beh a forza di sentirsi accusata di una cosa che non è, si romperà pure le palle, no?
A quindi sarà felice di sparare la gloriosa frase "Ecco! Visto? Sei matta! Avevo ragione!". La sua paranoica e schizoide interpretazione della realtà si sarà rivelata reale...
Chissà quante persone leggendo questo penseranno "Ah cacchio! Eccoooo!".
Spero che questa lezioncina andrà a potenziare l'intuito di qualche lettore.

Intuite ed imparate sempre!
Ciao a tutti Ψ